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In ambito medico è da anni ben noto da anni che il praticare regolarmente un’attività fisica può ridurre il rischio di sviluppare il cancro del colon-retto.

Uno studio americano dimostra però che l’attività fisica è molto utile anche per coloro che si sono già ammalati. L’esercizio fisico rallenta la progressione della malattia e riduce gli effetti collaterali delle terapie per i pazienti con tumore del colon in fase avanzata

Praticare regolarmente un’attività fisica riduce il rischio di sviluppare il cancro del colon-retto. Uno studio americano i cui risultati sono stati pubblicati sulla rivista Journal of Clinical Oncology dimostra però che l’attività fisica è molto utile anche per coloro che si sono già ammalati di questo tipo di tumore.

Alcuni ricercatori del Dana-Farber Cancer Institute e del Brigham and Women’s Hospital di Boston hanno preso in esame 1.200 pazienti con tumore del colon retto avanzato o metastatico, coinvolti in uno studio clinico in cui veniva valutata l’efficacia di due terapie farmacologiche. All’inizio dello studio è stato chiesto ai pazienti di compilare un questionario sull’attività fisica che avevano svolto nei due mesi precedenti, specificando quali attività, con quale frequenza e per quanto tempo. I ricercatori hanno calcolato il livello di attività motoria settimanale di ogni paziente e lo hanno messo in relazione con il decorso della malattia nei sei anni successivi.

cancro-colonI pazienti che hanno praticato almeno 5 ore di attività fisica non vivace alla settimana hanno avuto una riduzione del 25% del rischio di morte per qualsiasi causa. Allo stesso modo, camminare 4 o più ore alla settimana era associato a un miglioramento del 20% del rischio di morte per qualsiasi causa, secondo Brendan J. Guercio, MD , del Brigham and Women’s Hospital e del Dana-Farber Cancer Institute di Boston.

“In questo studio prospettico di coorte su pazienti con carcinoma del colon-retto metastatico, l’aumento dell’attività fisica totale è stato associato a una migliore sopravvivenza libera da progressione e sopravvivenza globale”, ha affermato il dott. Guercio. “Maggiore durata della camminata, ma non ritmo della camminata, e attività non vivide erano anche associate a una migliore sopravvivenza globale. Queste associazioni sono rimaste statisticamente significative dopo essersi adattate ad altri potenziali predittori dell’esito del paziente. “

Obiettivi perseguibiliModel
Per avere un effetto positivo non è necessaria un’attività fisica vigorosa, ma basta un’attività a bassa intensità come camminare o salire le scale, purché esercitate per almeno qualche ora alla settimana. Si tratta dunque di un obiettivo perseguibile anche per i pazienti in cura con chemioterapia.

Da notare che l’attività fisica oltre a rallentare la malattia permette di tollerare meglio le terapie. Il rischio di eventi avversi gravi dipendenti dai farmaci era infatti del 30 per cento circa più basso nei pazienti che facevano almeno 30 minuti di attività fisica moderata ogni giorno.

“Questi risultati ci autorizzano a incoraggiare i pazienti a fare esercizio, a mandarli dal fisioterapista o a farli partecipare a programmi di allenamento in piccoli gruppi” ha commentato Jeffrey A. Meyerhardt, direttore del Gastrointestinal Cancer Center del Dana-Farber Cancer Institute, principale autore dello studio.