Ildegarda di Bingen Santa

Ildegarda di Bingen (1098-1179), fu una religiosa tedesca che entrò in un monastero benedettino all’età di otto anni. Nel 1136 ne divenne superiora, e nel 1150 fondò un monastero a Rupertsberg presso Bingen.

Celebre per la sua sapienza nel campo della filosofia naturale, delle discipline mediche ed ermetiche, è una delle più celebri mistiche tedesche.

Per Florilegio viene avvicinata nella veste di guaritrice, esplorando la sua vicinanza al mondo vegetale.

Nell’immaginario popolare, il Medioevo è ancora considerato oscuro, un’epoca di generale arretratezza e ignoranza, ma ha invece prodotto un grande tesoro di saggezza: ricordiamo le invenzioni più famose, come l’orologio e gli occhiali, le meravigliose tecniche costruttive del Gotico, l’elevatissima ricerca spirituale, o, a livello sociale, le gilde e le corporazioni.

Tra le figure che illuminano l’affascinante “Medioevo” c’è la monaca Ildegarda di Bingen, Santa e Dottore della Chiesa dal 2012, che ebbe un ruolo decisivo nelle vicende politiche del suo tempo, lasciando ai posteri una cospicua eredità medica di straordinaria lucidità e modernità.

Ildegarda di Bingen (1098-1179), parla della salute in tutte le sue opere profetiche e naturalistiche. La badessa di Bingen crede che la salvezza e la guarigione siano strettamente correlate tra loro. La salvezza spirituale, che richiede la fedeltà al proprio progetto di vita unico e autentico, è essenziale per raggiungere e mantenere uno stato di salute.

La legge di corrispondenza attraversa l’universo in tutti i campi, dalla fisica alla medicina. Per raggiungere o riacquistare il benessere psicofisico, l’essere umano, essendo parte del tutto, deve riattingere le energie necessarie dal mondo circostante, poiché la perdita di armonia con sé stessi e con l’ambiente esterno è la fonte principale dei disturbi.

La visione medica di Ildegarda sull’energia vitale e le piante
Il pensiero medico della monaca di Bingen afferma che quando la nostra energia vitale, o Viriditas, diminuisce per motivi sia interni che esterni, altre creature possono aiutarci. Il significato delle piante scelte da Ildegarda per i suoi rimedi è proprio questo: Perché tutto è strettamente collegato, parlano lo stesso linguaggio del corpo umano e trasferiscono il quid di energia necessario per il percorso di guarigione.

 

Fonte: Ildegarda di Bingen profetessa della Viriditas – di Michela Pereira

Il pensiero medico medievale ed Ildegarda guaritrice
Il pensiero medico medievale è fondamentale per comprendere meglio la filosofia di Ildegarda come guaritrice. La mistica benedettina rielaborò la tradizione culturale dell’epoca, che si basava sulla tradizione ippocratico-galenica. Il tema ricorrente era che il calore, che viene temperato dal freddo, era il principio essenziale del corpo umano. In effetti, si pensava che l’equilibrio tra i fattori caldo, freddo, secco e umido fosse fondamentale per il benessere. La dottrina tradizionale dei quattro elementi o radici del mondo, cioè il fuoco, l’aria, la terra e l’acqua, costituisce la base di questo sistema e quindi l’uomo stesso. Il mondo è composto da quattro elementi, così come questo ultimo vive in virtù dei quattro umori.

Filosofia medica basata sull’equilibrio della flemma
Ildegarda diede un’interpretazione particolare alla teoria dell’umorismo: il muco secco corrisponde al calore, il muco schiumoso all’acqua, il muco umido all’aria, il muco caldo alla terra. Pertanto non parla di bile gialla, bile nera, sangue e catarro, sebbene abbiano una chiara corrispondenza.In base al rapporto dei quattro umori (flemma) e alla diffusione di uno di essi si distinguono quattro diverse strutture di base. Ildegarda li descrive tutti, distinguendoli anche secondo il genere (caratteristica originale dell’interpretazione di Ildegarda): sanguinari, malinconici, biliosi e flemmatici. Se gli stati d’animo sono equilibrati siamo sani, al contrario entriamo in uno stato malsano.

Quando gli elementi operano ordinatamente nell’uomo, lo sostentano e lo rendono sano; mentre quando sono in disaccordo, lo fanno ammalare e lo uccidono. Infatti le coagulazioni degli umori che insorgono o si trovano nell’uomo a causa del calore, dell’umidità, del sangue e della carne, se operano in armonia e col giusto equilibrio, saranno sane; se, invece, toccano l’uomo tutte insieme e smodatamente, riversandosi in eccesso su di lui, lo renderanno debole e lo uccideranno. Infatti il calore, l’umidità, il sangue e la carne, a causa della trasgressione di Adamo, sono stati trasformati, nell’uomo, in flegmi contrapposti”. (Causae et Curae delle infermità, Ildegarda di Bingen)

Santa Ildegarda di Bingen

La malattia come rottura dell’armonia tra sé e il creato
Per Ildegarda la malattia è intesa come un errore, una carenza, una rottura dell’equilibrio interno, inseparabile dal mondo esterno. È la perdita di un rapporto armonico con se stessi e di creazione di sé. Tu chiami melanconia uno stato favorevole alla malattia, nel quale l’uomo è caduto dopo il peccato originale, quando cioè ha rotto il perfetto equilibrio in cui si trovava, pienamente consapevole del proprio progetto animistico, in piena sintonia con il progetto. cosmico Simbolicamente questa suscettibilità è rappresentata da uno squilibrio umorale. Da un punto di vista più moderno potremmo definirlo come uno stato di ebbrezza che porta all’infiammazione e poi produce cambiamenti fisiologici, biochimici.

L’intossicazione, che Ildegarda chiama catarro, deve essere inteso in un senso più ampio: l’iperattivazione del sistema nervoso (stato di stress), accompagnata da cambiamenti nel sistema ormonale, immunitario e metabolico, non può essere definita solo una causa esterna (effetto trigger) ma sul come ci relazioniamo con l’ambiente e quindi con tutti i fattori esterni che possono essere dannosi per noi .. La relazione si basa sul nostro mondo emotivo e ancor più sul nostro sentire fino ai nostri pensieri, vera causa di malattia .

Diventa così ancora una volta fondamentale il percorso scelto: una vita le cui virtù quali fede, costanza, moderazione, consentono l’autodeterminazione, la realizzazione dei propri talenti, la serenità, l’armonia nelle relazioni, l’equilibrio psico-fisico. L’attaccamento materiale (origine di tutti i mali), la rabbia, l’invidia, l’avidità, la cupidigia, l’ingordigia, portano all’insoddisfazione, all’ira, alla disperazione, alla malattia .

Per Ildegarda la guarigione è la via della salvezza
La guarigione diventa quindi un tentativo di ritornare all’armonia universale che è andata perduta fin dalla creazione: una persona non guarisce solo curando un disturbo organico, ma per guarire bisogna apprezzare anche la dimensione psicologica, spirituale e cosmica. , cioè il nostro rapporto con gli altri e con l’ambiente che ci circonda, rendendoci conto che dobbiamo imparare a sentire ed esprimere la nostra unicità ed essere in grado di leggere la natura e comprenderne il significato interiore.

Secondo Ildegarda diventa pertanto imprescindibile nel definire la salute di ciascun uomo, un aspetto importante: la salute non può essere associata ad una visione statica; essa (la salute) non può essere raggiunta una volta per tutte, ma ogni giorno è necessario ripristinare in modo continuativo l’unità e l’equilibrio tra mente, corpo e anima. La vera guarigione è solo dentro di noi: non c’è nessuno che possa guarirci veramente. Solo Dio e quindi il nostro Sé, emanazione e parte del tutto .

Tra le numerose opere composte da Ildegarda di Bingen, il Liber subtilitatum diversarum naturarum creaturarum (1151 – 1158), successivamente smembrato nei due testi Physica e Causae et curae.

In questo trattato, Ildegarda indica come utilizzare a scopo terapeutico gli elementi del mondo vegetale, animale e minerale. La farmacopea della monaca insegna a preparare pozioni e unguenti da assumere per via orale o applicare sul corpo; in alcuni casi, le piante terapeutiche sono legate al mondo della magia. Nel Liber Ildegarda segnala sia le piante che possono essere impiegate nel contrastare le azioni magiche o l’influsso del demonio, sia quelle che agevolano tali condizioni del maligno, causando danno all’uomo. Una delle piante più indagate per l’impiego anti-magico, è la felce. Ildegarda afferma che nei luoghi in cui questa pianta cresce «il diavolo esercita raramente i suoi sortilegi». La pianta, inoltre, consente a chi la porta con sé di evitare «i sortilegi e gli incantesimi dei demoni, le parole diaboliche e altre visioni». Ildegarda spiega che è bene circondare di felci una donna al momento del parto, consigliando di porne anche nella culla in cui il bimbo verrà adagiato.

Per approfondire: