IMG_1690Lesioni Cerebrali Traumatiche Lievi in terapia Omeopatica: Trial clinico randomizzato, a doppio cieco, controllato con placebo.

Homeopathic treatment of mild traumatic brain injury: A randomized, double-blind, placebo-controlled clinical trial.

Si presenta qui il Progetto di ricerca pilota realizzato nel 1999 dai ricercatori della Harvard University School of Medicine per studiare l’efficacia clinica della medicina omeopatica ad alte diluizioni (200CH, quindi ben oltre il numero di Avogadro) nel trattamento dei pazienti con Lesioni Cerebrali traumatiche Lievi (MTBI) persistenti.

Al momento della ricerca ogni anno circa 750.000 persone negli Stati Uniti erano colpite da MTBI e dal 5% al 15% di queste presentavano disfunzione persistente e disabilità anche a distanza di diversi mesi/anni dall’evento traumatico. Inoltre, nessun trattamento farmacologico standard risultava specificamente efficace per questo problema.

La ricerca è stata condotta su 60 pazienti, con un follow-up di quattro mesi, presso l‘ospedale Spaulding Rehabilitation (SRH) di Boston, USA.

Tutti i pazienti avevano avuto diagnosi di MTBI persistente, per lesioni cerebrali occorse a seguito di situazioni traumatiche diverse, tra le quali incidenti automobilistici e cadute.IMG_1693

Al termine del lavoro l’analisi dei risultati ha indicato miglioramenti significativi nel gruppo di pazienti trattati con terapie omeopatiche ad alte diluizioni, rispetto al gruppo di controllo (placebo), traducendosi in risultati clinicamente particolarmente positivi e significativi.

Lo studio – pubblicato a dicembre del 1999 sulla rivista The Journal of Head Trauma Rehabilitation – ha indicato in modo evidente che “l’omeopatia può avere un ruolo nel trattamento di MTBI persistente. I nostri risultati – affermano i ricercatori della Harvard University School of Medicine – richiedono repliche su larga scala e indipendenti”

Gli studiosi sottolineano ancora che la decisione di indagare l’omeopatia come trattamento di MTBI è stata giustificata in primo luogo, dall’esistenza di casi clinici già pubblicati, che indicavano l’efficacia dei farmaci omeopatici nei pazienti con MTBI [Chapman, E. Grand rounds: Hellebores niger. J Am Inst Homeopathy. 1992;83(2):74–77. Hayes, R. Hellebore in accidents to the head. Home- opathic Recorder. 1948;64(6):152–155.]

In secondo luogo, i ricercatori sottolineano l’importanza del fatto che una singola medicina omeopatica può influenzare contemporaneamente l’intera gamma di funzioni fisiche, emozionali e cognitive interessate dalla lesione cerebrale.

In terzo luogo – aggiungono ancora i ricercatori di Harvard – i farmaci omeopatici hanno una incidenza relativamente bassa di effetti collaterali e la natura individualizzata della prescrizione omeopatica, basata sui sintomi soggettivi di un paziente, rende questo approccio sensibile e adattabile alle variabili dei pazienti MTBI.

Le potenze omeopatiche, per le quali non è stato ancora individuato un meccanismo specifico di azione – scrivono ancora i ricercatori nel loro lavoro – sembrano agire come catalizzatori o ferormoni, stimolando i percorsi autoregolatori e generando effetti terapeutici multisistemici. La farmacopea omeopatica degli Stati Uniti, inoltre, faceva già parte dell’Atto originario del 1938 (USP in the 1938 Food, Drug and Cosmetic Act) sotto l’autorità della United States Food and Drug Administration (USFDA), per regolare la produzione di medicinali omeopatici, utilizzando le linee guida elaborate proprio dalla Homeopathic Pharmacopoeia Convention of the United States (HPCUS).

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Comunicazione a cura di:
Centro di Ricerca Biomedica SIMOH
Scuola Italiana di Medicina Omeopatica Hahnemanniana
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