OMEOPATIA E RICERCA SCIENTIFICA: IL RUOLO DELLA DIMENSIONE BIOTIPOLOGICA E SOCIO-CULTURALE INDIVIDUALE NELLA VULNERABILITA’ ALLE MALATTIE.
A Roma – dal 19 al 21 Aprile 2012 – una tre giorni di studio e ricerche promossa dalla Scuola Italiana di Medicina Omeopatica Hahnemanniana SIMOH.

Roma, 20 Aprile 2012
Giornate di studio e di ricerca, queste di fine Aprile, per i medici e i ricercatori della Scuola Italiana di Medicina Omeopatica Hahnemanniana.
Riuniti in queste ore a Roma, presso il Monastero di S. Antonio Abbate all’Aventino (Clivo dei Publicii, 2), l’Equipe clinica dell’Istituto Omeopatico SIMOH, insieme a numerosi specialisti in varie discipline della scienza medica, studiano e discutono intorno a temi di particolare interesse biomedico.
Una stimolante tre giorni di ricerche, approfondimenti e dibattiti, condotti a latere dei corsi di formazione SIMOH riservati a medici e odontoiatri, che come ogni mese si svolgono a Roma nel corso dell’Anno Accademico di studio.
Spaziando dalle specifiche visioni cliniche unitarie di pura tradizione hahemanniana, fino ad arrivare alle impostazioni della clinica correlazionistica neo-ippocratica, i medici riuniti dall’Istituto SIMOH discutono incentrando la propria ricerca sull’approfondimento di unitari modelli concettuali utili alla spiegazione e alla ricerca delle cause e della fisiopatologia delle malattie, siano esse genetiche o acquisite.
”Lo sviluppo della medicina moderna – dichiara la Prof.ssa Maria Letizia Salvi, Presidente della SIMOH – impone oggi al medico uno slancio scientifico di particolare portata, che partendo da considerazioni antiche, ma modernissime allo stesso tempo, delinei sempre più una nuova logica della malattia; una nuova visone capace di spiegare in termini genuinamente biologici il ruolo della dimensione biotipologica e socio-culturale personale nella vulnerabilità del singolo malato alle malattie, nella patogenesi e nel decorso individuale delle condizioni morbose”.
”Già Samuele Hahnemann sul finire del 1700 – aggiunge il Dr Mattia Canetta della direzione Scientifica della SIMOH – aveva codificato, in uno specifico paragrafo dell’Organon dell’Arte di Guarire, la necessità di introdurre in campo medico una nuova logica, capace di coniugare insieme più fattori.
Hahnemann, dopo un lungo attento studio e un’approfondita riflessione – continua ancora il dr Canetta – colse la necessità di una individualizzazione del malato e della personalizzazione delle cure. Si tratta della sintesi tra il classico approccio fisiopatologico alla malattia e la capacità di cogliere al contempo la storia patologica del paziente, la sua ereditarietà, gli aspetti sociologici e culturali del contesto in cui egli vive e si trova ad operare”.
”Se tutto cio’ lo coniughiamo con la nuova e modernissima genetica dei nostri tempi e con il pensiero evoluzionistico – aggiunge ancora la Prof.ssa Salvi – ci si apre ad una struttura concettuale che è in grado di dare forma ad una idea di malattia e quindi di malato nella sua malattia, fondata sugli aspetti genetici, sulla relazione che questi hanno con il progresso di ontogenesi, con la filogenesi, con la cultura e la societa”.
Una visione a tutto tondo – come avrebbe detto il prof. Antonio Negro, fondatore della SIMOH – capace di correlare fra di loro tanti aspetti importanti all’interno di un’unica visione unitaria capace di interpretare l’intera complessa realtà evolutiva e dinamica del singolo paziente.
Lo stimolante incontro – patrocinato dall’Accademia Italiana di Medicina Omeopatica Hanemanniana e dal Centro di Ricerche Biomediche SIMOH – si concluderà sabato 21 Aprile con la presentazione e discussione di casi clinici.