La maggior parte delle persone pensa che una buona salute significhi sentirsi bene e non essere ammalati.

Si temono i batteri, i virus e tutti i microrganismi che possono alterare il nostro stato di salute. Per questa ragione ci muniamo di farmaci per prevenire tutto ciò che ci fa sentire meno bene.

La febbre ad esempio viene vista come qualcosa da contrastare e ci attrezziamo con antipiretici come il paracetamolo o altro per annullarne i suoi sintomi.

Ma nella maggior parte dei casi combattere la febbre non ci aiuta. Anzi, può essere un rischio nei confronti della infezione virale e della sua diffusione tra la popolazione.

L’esperienza clinica insegna che abbassare la febbre facilita la diffusione dei virus e rallenta la guarigione.

Con l’aumento della temperatura corporea non solo si contrastano virus e batteri ma si stimola il sistema immunitario ad attivarsi; nello specifico si attivano i linfociti T CD8 che sono in grado di distruggere cellule cancerose e cellule infettate da virus, ecc.

L’aumento della temperatura corporea stimola inoltre i neutrofili che sono gli unici tipi di cellule del sistema immunitario in grado di attaccare selettivamente i batteri. Infine con la temperatura si attivano tutta una serie di enzimi che rendono l’ambiente corporeo ostile per la prolificazione dei microrganismi ostili.

Il dr John Wherry, PhD ed Vice Direttore del Journal of Leukocyte Biology afferma che: “avere una febbre può essere spiacevole, ma ricerche dimostrano che la febbre fa parte di una risposta efficace del sistema immunitario”.

Durante la febbre inoltre il nostro organismo aumenta la produzione di muco, muco che serve ad intrappolare i batteri ed aumentare l’attività dei batteriofagi, deputati allo smaltimento proprio di questi microrganismi ostili.

Iper sterilizzare l’ambiente in cui viviamo, usare prodotti chimici come farmaci, vitamine sintetiche e antipiretici può indebolire il nostro corpo.

I farmaci antipiretici e antinfiammatori (da molti conosciuti come FANS) sono tra i prodotti più usati al mondo. Purtroppo però non sono privi di rischi. Non solo di quelli legati alla azione del farmaco in sé, ma dovuti agli effetti della riduzione della febbre nei confronti della infezione virale e della sua diffusione tra la popolazione.

Ovviamente la febbre non va mai sottovalutata. Al contrario va apportunamente monitorata e gestita. Per questo è necessario rivolgersi sempre al proprio medico di fiducia, che da tempo conosce la storia clinica di ciascuno paziente, sano o malato che sia. Medico curante, quindi, e realmente competente.

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Comunicazione a cura di:
Centro Ricerche Biomediche
SIMOH, Scuola Italiana di Medicina Omeopatica Hahnemanniana
Via Giovanni Miani, 8 – 00154 Roma

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