CUORE PREVENZIONESalute e prevenzione

Antinfiammatori e decongestionanti aumentano i rischi cardiovascolari. E la probabilità di un infarto si triplica nei malati di cuore. Lo ha ricordato la American Heart Association.

Il malato complesso richiede approcci clinici complessi e ragionati secondo la specifica individualità fisiopatologica del singolo paziente. La terapia medica deve essere personalizzata e non semplicemente standardizzata.

Chi soffre di pressione alta o in generale di problemi cardiaci, deve assumere i farmaci da banco contro il raffreddore con estrema cautela perché potrebbero peggiorare la situazione. E’ ciò che ha ricordava la American Heart Association a Gennaio 2019 con uno specifico post sul proprio sito, secondo il quale per chi ha qualche fattore di rischio cardiovascolare la probabilità di un infarto è tripla se si prende un antinfiammatorio

antinfiammatori“Le persone con ipertensione sanguigna incontrollata o malattie cardiache dovrebbero evitare di assumere decongestionanti orali”, ha detto Sondra De Palma, medico presso il Pinnacle Health Cardio Vascular Institute di UPMC Pinnacle in Pennsylvania. “E la popolazione generale o chiunque abbia anche un basso rischio cardiovascolare, dovrebbe usarli solo sotto la guida di un medico”.

De Palma è stato co-autore delle linee guida pubblicate nel 2017 dall’American Heart Association e dall’American College of Cardiology per la gestione dell’ipertensione negli adulti. In tal senso decongestionanti e antinfiammatori non steroidei (FANS), che si trovano in molti farmaci per il raffreddore, sono stati elencati come farmaci che potrebbero anche aumentare la pressione sanguigna.

Per quanto riguarda gli antinfiammatori è, inoltre, opportuno sapere che «questi farmaci indeboliscono l’endotelio vascolare, cioè il tessuto che ricopre internamente la parete di arterie e vene, diminuendone l’elasticità e la capacità di vasodilatarsi», spiega il professor Cesare Fiorentini, direttore Sviluppo area clinica del Centro cardiologico Monzino di Milano.

Oltre agli antinfiammatori non steroidei, categoria di cui fanno parte ad esempio l’acido acetilsalicilico o l’ibuprofene, anche i decongestionanti orali come quelli a base di pseudoefedrina andrebbero evitati, spiegano gli esperti americani.

“I decongestionanti fanno restringere i vasi sanguigni – spiega Erin Michos direttore della Cardiologia preventiva del Johns Hopkins Ciccarone Center for the Prevention of Heart Disease a Baltimora. Questo diminuisce i fluidi presenti nei seni nasali. Ma se si ha la pressione alta o un problema al cuore l’ultima cosa che serve è costringere i vasi sanguigni: questo può esacerbare o peggiorare la condizione”.

Le preoccupazioni più grandi sono per le persone che hanno avuto un attacco di cuore o ictus, o hanno insufficienza cardiaca o alta pressione sanguigna incontrollata, ha detto Michos. Ma la più recente ricerca scientifica sui FANS suggerisce che anche le persone apparentemente sane potrebbero essere a rischio.

Per quanto riguarda i decongestionanti le linee guida consigliano di sostituirli con la soluzione salina o con antistaminici. Gli antinfiammatori andrebbero evitati, e al loro posto andrebbero usati quelli topici o il paracetamolo, sempre che non si sia in presenza di una virosi.

In ogni caso è sempre opportuno il riposo e bere molti liquidi, ha detto Michos. Prevenire la disidratazione dovrebbe aiutare a ridurre i dolori del corpo, decongestionare le mucose e ridurre la necessità di farmaci.

Per leggere l’articolo in originale clicca QUI

 

Comunicazione a cura di:
Centro Ricerche Salute Globale SIMOH

Scuola Italiana di Medicina Omeopatica Hahnemanniana
Via Giovanni Miani, 8 – 00154 Roma
info@omeopatiasimoh.net