funghi 2Particolarmente ricchi di antiossidanti, i Funghi prevengono lo sviluppo dei tumori, ma non solo.

Ecco perché può essere opportuno mangiarli regolarmente.

Commenti del Dr Mattia Canetta, omeopata e internista dell’Istituto Omeopatico SIMOH.

Quanti discorsi sui Funghi; nemici-amici della salute, verrebbe da dire.

Se, infatti, da un lato è sempre viva nella memoria collettiva la paura che nel piatto possa finire qualche varietà velenosa, raccolta da incauti e improvvisati esperti, dall’altro è sempre più dimostrato che la maggioranza delle tipologie commestibili siano dei veri e propri concentrati di salute.

Naturalmente poveri di calorie (in 70 grammi ne sono contenute solo 15), i funghi lo sono anche di sodio, grassi e colesterolo.

Si tratta, inoltre, di una buona fonte di fibre, di vitamine e minerali che esercitano diversi effetti benefici sulla salute.

I funghi contengono, infatti, vitamina D e diverse vitamine del gruppo B – tra le quali l’acido folico – minerali – tra cui il selenio e il potassio – colina, beta-glucani e chitina.

Il primo vantaggio derivante dal loro consumo è aumentare le scorte di antiossidanti a disposizione dell’organismo per contrastare lo sviluppo del cancro.

Da questo punto di vista al consumo di funghi possono essere associati benefici simili a quelli da una dieta in cui non manchino alimenti come le carote e i pomodori, i peperoni, la zucca, i fagiolini e le zucchine.

Sempre ragionando in termini di prevenzione dei tumori, il selenio presente nei funghi aiuta a detossificare l’organismo da sostanze potenzialmente cancerogene favorendo il buon funzionamento del fegato, mentre la vitamina D inibisce la crescita delle cellule tumorali e l’acido folico contrasta la comparsa di mutazioni nel Dna.

Prevenire il cancro non è però l’unico buon motivo per introdurre i funghi nella propria alimentazione.

Infatti grazie alle loro fibrebenefici-funghi e ai loro nutrienti questi alimenti contrastano il sovrappeso (la chitina aumenta il senso di sazietà), il diabete (i beta-glucani migliorano la resistenza all’insulina), le malattie cardiovascolari (il potassio tiene sotto controllo la pressione, mentre i beta-glucani agiscono sul colesterolo nel sangue) e i disturbi del sonno (grazie alla colina).

Ma c’è di più. La colina sembra infatti anche promuovere il buon funzionamento dei muscoli, regolarizzare l’assorbimento dei grassi e proteggere le membrane cellulari, mentre contrasta l’infiammazione cronica.

Inoltre favorisce la trasmissione dell’impulso nervoso e migliora le capacità di apprendimento e di memoria.

Le controindicazioni sembrano, invece, praticamente assenti.

I rischi maggiori, anche molto gravi, sono evidentemente associati al consumo di varietà non commestibili, mentre i funghi eduli possono tranquillamente essere consumati da chiunque.

L’unica eccezione potrebbe riguardare chi soffre di malattie autoimmuni come il lupus eritematoso o l’artrite reumatoide: fra le proprietà dei beta-glucani c’è infatti la capacità di stimolare il sistema immunitario, effetto che potrebbe risultare controproducente nel caso in cui si abbia a che fare con una patologia di questo tipo.

legge di“In omeopatia noi medici conosciamo bene i funghi” commenta il Dr Mattia Canetta dell’Istituto SIMOH di Roma.

“La sperimentazione farmacologica su uomo sano ad alte ultra diluizioni” continua il dr Canetta, “porta ad indagare in modo preciso le potenzialità terapeutiche dei diversi funghi, prendendo in esame non solo negli effetti grossolani dovuti alla loro azione ponderale, ma anche quadri sintomatologici patogenetici molto più ampi e approfonditi, nonché specifici per ogni sostanza”.

“La metodologia omeopatica” aggiunge ancora Canetta “consente di correlare tra di loro i dati sperimentali ottenuti su uomo sano, con quelli propri del malato; e questo nelle diverse situazioni patologiche che possono riguardare il sistema cardio-circolatorio, quello nervoso, digestivo, molti stati mentali, ecc.”.

“Questo è il motivo per cui in omeopatia”, conclude il dr Canetta “preferiamo aggiungere alla semplice diagnosi nosografica di malattia, anche una più ampia diagnosi fisiopatologica correlazionistica di malato”.

 

Comunicazione a cura di:

Centro Studi e Ricerche Biomediche SIMOH
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