L’attività fisica migliora la fisiologia del glucosio.

Un allenamento fisico costante riduce la resistenza insulinica, l’iperinsulinemia, la tendenza a depositare grasso, la produzione epatica di glucosio, con ulteriore miglioramento della glicemia, specie a digiuno.

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L’attività fisica è da sempre conosciuta per il suo ruolo nel migliorare l’omeostasi del glucosio, attraverso il suo impatto diretto o indiretto sulla sensibilità all’insulina attraverso diversi meccanismi.

Nel paziente diabetico ogni singola seduta di allenamento fisico abbassa la glicemia per l’aumento del consumo di glucosio da parte dei muscoli  e, grazie ad un allenamento costante, verrà ridotta anche la resistenza insulinica.  Ciò innesca un importante circolo virtuoso poiché riduce a cascata l’iperinsulinemia, la tendenza a depositare grasso, la produzione epatica di glucosio, con ulteriore conseguente miglioramento della glicemia, specie a digiuno.

Un’attività fisica acuta, quindi, determina un aumento dell’utilizzazione delle fonti di energia, e necessita di numerosi aggiustamenti metabolici al fine di assicurare una adeguata disponibilità di substrati sia al muscolo in esercizio che ai tessuti non in attività.

Un’attività fisica regolare porta ad ulteriori adattamenti metabolici che possono influenzare anche lo stato di riposo, esercitandoprevenzione effetti positivi a lungo termine sul miglioramento della sensibilità all’insulina grazie ad una maggiore massa magra (GI Shulman, 1997).

Per quanto riguarda le risposte ormonali, nel corso dell’esercizio fisico si verificano molte variazioni dell’equilibrio endocrino. Queste dipendono principalmente dall’intensità e dalla durata del lavoro muscolare e servono a regolare il metabolismo energetico, le modificazioni cardiovascolari e la temperatura corporea del soggetto.

Con riferimento al metabolismo glucidico, chi svolge attività fisica di tipo aerobico in modo costante e continuativo, presenta bassi livelli di insulinemia a digiuno ed una ridotta risposta dell’insulina allo stimolo glucidico in condizioni di normale tolleranza glucidica, il che suggerisce l’esistenza di una maggiore sensibilità all’insulina di tutto l’organismo.

In soggetti che non stiano facendo  attività fisica, la sensibilità del muscolo all’insulina aumenta significativamente dopo 4-6 settimane di intenso allenamento fisico, in parallelo con l’aumento del consumo massimo di ossigeno.

L’allenamento inoltre aumenta anche la sensibilità epatica all’insulina.

Al contrario, una immobilità anche di pochi giorni riduce la tolleranza ai glucidi e la sensibilità all’insulina (Williams, 1994).

L’obiettivo dell’attività fisica è, quindi, quello di ridurre l’intolleranza al glucosio, attraverso l’aumento di flusso ematico, che genera l’aumento dell’affinità tra insulina e recettori cellulari e l’aumento dei trasportatori per il glucosio specifici delle cellule muscolari.

Il consumo muscolare di glucosio riesce a far diminuire del 75% la concentrazione di glucosio plasmatico.

Vari tipi di test sono stati fatti per valutare il tipo di attività da eseguire, la frequenza, l’intensità e la durata: per concludere sono necessari 20 minuti di esercizio aerobico al giorno associato ad una dieta adeguata per controllare i valori della glicemia e della emoglobina glicosilata.

Comunicazione a cura di:

Centro Ricerche Biomediche SIMOH
Scuola Italiana di Medicina Omeopatica Hahnemanniana
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