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Come una cattiva alimentazione può sovralimentare il Covid 19

Il cibo malsano rende le difese del corpo più aggressive. 

Cibo spazzatura = Più infiammazione !

Anche molto tempo dopo il passaggio a una dieta sana, l’infiammazione verso la stimolazione immunitaria innata rimane più pronunciata.

Roma, Febbraio 2021.
Dopo un lungo lavoro condotto negli anni nel consapevolizzare pazienti e operatori sanitari sul fatto che il cibo processato può concorrere alla eziopatogenesi delle diverse malattie croniche complesse, l’Istituto omeopatico SIMOH ritiene che sia oggi urgente essere particolarmente concreti e chiarire alla cittadinanza che lo stesso cibo spazzatura – al pari di una malattia cronica già strutturata – può concorrere a predisporre i soggetti più vulnerabili a morbilità e mortalità da malattie acute come ad es. il COVID-19.

Ma come si comporta il sistema immunitario quando mangiamo cibo spazzatura?

Tra le tante ricerche che possono rispondere a questa domanda, qui segnaliamo uno studio dell’Università di Bonn pubblicato a Gennaio 2018 sulla rivista scientifica Cell da gruppi di scienziati provenienti da Olanda, Stati Uniti, Norvegia e Germania.

Per un mese un gruppo di topi è stato nutrito con una “dieta occidentale“, ricca di grassi, zuccheri e povera di fibre. Un altro gruppo (gruppo di controllo) è stato seguito con una dieta standard. Gli animali del primo gruppo hanno sviluppato una forte risposta infiammatoria generale, quasi come durante un’infezione.

Prof. Dr. Eicke Latz

“La dieta malsana” – anche detta junk food – “ha determinato un inaspettato aumento del numero di alcune cellule immunitarie nel sangue dei topi, in particolare dei granulociti e dei monociti. Tutto questo è indice del coinvolgimento dei progenitori delle cellule immunitarie nel midollo osseo”, ha osservato uno degli autori dello studio, la Dott.ssa Anette Christ.

“Solo di recente è stato scoperto che il sistema immunitario innato ha una forma di memoria”, spiega il Prof. Dr. Eicke Latz, Direttore dell’Istituto per l’immunità innata dell’Università di Bonn e scienziato del DZNE. “Dopo un’infezione, le difese del corpo rimangono in una sorta di stato di allarme, in modo che possano rispondere più rapidamente a un nuovo attacco.” Gli esperti chiamano questo “allenamento immunitario innato”. 

Attenzione, però: nei topi questo processo non è stato innescato da un microbo, ma da una dieta malsana! 

E allora negli esseri umani che mangiano male cosa succede? 

Nella società occidentale più della metà delle calorie consumate proviene da cibi “ultraprocessati”, a cui vengono aggiunti zuccheri e grassi che sono facilmente associati all’aumento di peso. Se a tutto questo si aggiungono, poi, stili di vita scorretti, sedentarietà, ecc. si comprende come mai alcune statistiche stimino che in occidente quasi il 90% degli adulti possa facilmente avere un segno di disfunzione metabolica, tra cui ipertensione, colesterolo o zucchero nel sangue, e più del 40% sia obeso. 

Questo pasticcio ci ha resi fragili e vulnerabili anche agli aspetti peggiori del coronavirus. Nei primi cinque mesi della pandemia, ad esempio, negli Stati Uniti, c’è stato un tasso di mortalità del 39% più alto rispetto all’Europa, dove il tasso di obesità è la metà che negli USA.

Prof. Dr Barry Popkin

Ma anche da noi in Italia la situazione pandemica da questo punto di vista non è affatto rosea.

E’ bene considerare che in Italia la sindrome metabolica colpisce il 33% di chi ha più di 45 anni di età, con peso superiore alla norma, glicemia e pressione arteriosa elevate ed evidente accumulo di grasso addominale. Dal 2000 al 2016, inoltre, anche la percentuale di bambini sovrappeso fra i 5 e i 19 anni è stata del 36,8%, con un aumento del 39,1% rispetto al 1990. Ci sono oggi in Italia oltre 2 milioni e 130 mila bambini e adolescenti in eccesso di peso e il 7% di bambini e adolescenti ha problemi di pressione alta.

Secondo un recente studio condotto dal centro di nutrizione dell’Università della Carolina del Nord diretto da Barry Popkin, i pazienti obesi COVID-19 negli USA hanno avuto più del doppio delle probabilità di richiedere il ricovero in ospedale rispetto ai pazienti non obesi, circa 1,75 volte più probabilità di richiedere un ricovero in terapia intensiva unità e 1,5 volte più probabilità di morire.

Si può correttamente affermare, quindi,  che una cattiva alimentazione sovralimenta anche l’infezione da Sar-Cov-2 e quindi il Covid. E il bilancio della pandemia in occidente costituisce un’ulteriore prova che stiamo mangiando in modo malato.

Ma perché succede questo? La risposta è semplice: “le cellule adipose sono attive”, spiega il Prof. Popkin, ” e generano un’infiammazione cronica di basso grado che compromette il sistema immunitario”.

“E’ quindi necessaria e urgente”, affermano i medici della SIMOH,  “un’importante opera di prevenzione sia nell’ambito di una corretta e sana alimentazione, sia attraverso stili di vita più adatti a cominciare da una pratica motoria finalizzata in modo intelligente soprattutto per gli adulti e per i più giovani.

“La complessità patologica individuale – aggiungono ancora in SIMOH – è dettata dai diversi dismetabolismi a cui i pazienti possono andare incontro e richiede approcci terapeutici più complessi, che non siano solo sintomatici, ma abbiano la capacità di agire in modo concreto e in termini sistemici sull’intera unità dell’organismo umano, attraverso terapie fisiologiche finalizzate a modificare il quadro funzionale unitario riportandolo ad una regolazione più fisiologica”.

Per approfondire: Fast food makes the immune system more aggressive in the long term 

Comunicazione a cura di:
Centro Ricerche Biomediche SIMOH
Scuola Italiana di Medicina Omeopatica Hahnemanniana
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Tel. 06.5747841 – Fax 06.57288203