A Randomized Three-Arm Double-Blind Placebo-Controlled Study of Homeopathic Treatment of Children and Youth with Attention-Deficit/Hyperactivity Disorder.

Studio in doppio cieco randomizzato contro placebo

Ascolto e omeopatia nel processo di cura dell’ADHD

di Massimo Saruggia
Fonte: Omeopatia33 del 10 maggio 2024

La diagnosi di iperattività infantile, che colpisce un numero enorme di bambini in tutto il mondo, autorizza un uso spropositato di psicofarmaci.

Non si tratta infatti del Giamburrasca di Giannino Stoppani; questi bambini sono effettivamente iperattivi: concentrazione minima, corpo costantemente in movimento, una energia strabordante più forte della loro volontà e utilizzata per mettere in scacco l’adulto.

Negli anni molti studi clinici (180 studi in Cochrane database) hanno cercato di dare una lettura omeopatica del fenomeno della iperattività con risultati invero non convincenti, sia per l’impianto metodologico inadeguato che per un periodo di osservazione eccessivamente ridotto e anche per numeri bassi di pazienti osservati.

Un nuovo studio (ci viene da un gruppo di psichiatri, omeopati e pediatri di Toronto) pubblicato sul Journal of Integrative and Complementary Medicine è notevole perché sembra superare i limiti degli studi precedenti, ponendosi due obiettivi ambiziosi: valutare l’effetto complessivo del trattamento medicinale omeopatico E consultazione e l’effetto della sola consultazione E placebo.

Lo studio di Toronto, in doppio cieco randomizzato contro placebo, ha seguito per otto mesi 151 patenti dopo averli suddivisi in tre gruppi che per brevità indichiamo come: medicinale omeopatico E consultazione, placebo E consultazione, trattamento usuale (quello impostato precedentemente dai centri di assistenza, ma che comunque escludeva ogni intervento omeopatico).

La consultazione omeopatica (l’omeopata è un osservatore della soggettività perché intende bene che essa è una componente ineliminabile della malattia) era mirata a descrivere i sintomi fisici ed emozionali ponendo particolare attenzione, nel corso del colloquio, ai sintomi strani, rari e suggestivi di qualche medicamento omeopatico. I rimedi omeopatici sono stati somministrati in un range molto vario di potenze (dalla 6CH alla 10M a seconda del livello di similitudine) e per un massimo di tre volte al di.

I risultati mostrano che i pazienti dei primi due gruppi hanno avuto un miglioramento significativo dei sintomi dopo 28 settimane, come misurato dal Conner 3 Global Index Parent, a differenza dei pazienti del braccio tre che non hanno avuto nessuna variazione del quadro clinico. Da segnalare che i pazienti trattati con placebo e consultazione omeopatica, pur mostrando una simile riduzione dei sintomi, non hanno tuttavia raggiunto nel loro miglioramento una significatività statistica.

Fuori dal protocollo è notevole, inoltre, che i genitori dei pazienti che avevano avuto una consultazione omeopatica (con o senza prescrizione di farmaci) hanno avuto una significativa e maggiore capacità di relazione con i propri figli.

Si conferma quello che sperimentiamo ogni giorno: il transfert che si sviluppa tra medico e paziente in una buona consultazione omeopatica si rivela una efficiente chiave d’entrata per comprendere la sofferenza psichica del paziente e diventa quindi un embrione di cura.

Il medicamento omeopatico, come un fiore giapponese che messo nell’acqua si dispiega, può mostrare allora grazie al transfert tutte le sue potenzialità.

JICM, 2024, 30, (3), 1

Per leggere l’abstract >>> cliccare QUI

Uno studio randomizzato a tre bracci in doppio cieco controllato con placebo sul trattamento omeopatico di bambini e giovani con disturbo da deficit di attenzione/iperattività

 

Comunicazione a cura di:
Centro Ricerche Salute Globale SIMOH
Scuola Italiana di Medicina Omeopatica Hahnemanniana
Via Giovanni Miani, 8 – 00154 Roma
info@omeopatiasimoh.net

 

 

 

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