malattie croniche fattori di rischio

Hanno un’insorgenza graduale nel tempo, cause multiple e non sempre identificabili e richiedono assistenza sanitaria a lungo termine, con cure continue e non risolutive. E oggi cominciano ad interessare anche i bambini e gli adolescenti.

È l’identikit delle Patologie Croniche, responsabili a livello globale dell’86% di tutti i decessi, con una spesa sanitaria di 700 miliardi di euro.

Le malattie croniche nel 2020 rappresentano l’80% di tutte le patologie nel mondo, con il diabete che è tra quelle che cresce più rapidamente. 

Questo è quanto è emerso dal workshop istituzionale “Il Paziente al centro: la gestione integrata della cronicità” che si è svolto a Febbraio 2017 nell’ambito del progetto “Insieme per il cuore”.

In questa occasione i rappresentanti istituzionali e le Società scientifiche si sono confrontati sul Piano Nazionale della Cronicità, approvato lo scorso settembre dalla Conferenza Stato-Regioni, e hanno analizzato nuovi modelli di cura, con focus specifici sulla gestione integrata del paziente diabetico anziano e del paziente post sindrome coronarica acuta (SCA).

L’Italia, con una percentuale di over 65 sul totale della popolazione, pari al 21,2%, è in prima line e il diabete è “un’emergenza: “solo un paziente su tre ha un adeguato controllo e di conseguenza le complicanze cardiovascolari, renali, oculari determinano un altissimo impatto socio-economico per il Sistema sanitario nazionale”.

Il diabete nel nostro Paese colpisce circa 3,6 milioni di persone (con un altissimo impatto economico per il Servizio sanitario nazionale e costi complessivi stimati in 20,3 miliardi di euro l’anno..) ed entro il 2035 sfiorerà in Europa il tetto dei 70 milioni di pazienti, contro gli attuali 52 milioni.nodo gordiano

Attualmente circa due milioni e 600mila anziani vivono in Italia in condizione di disabilità e il 51% della spesa per i ricoveri ospedalieri è attribuita alla fascia di età over 65: “una vera e propria emergenza sanitaria – è emerso dall’incontro – che cambia il modello stesso dell’assistenza spostando sempre più il baricentro dall’ospedale al territorio”.

In Europa, malattie come lo scompenso cardiaco, l’insufficienza respiratoria, i disturbi del sonno, il diabete, l’obesità, la depressione, la demenza, l’ipertensione e l’ipercolesterolemia colpiscono l’80% delle persone oltre i 65 anni e con il progressivo invecchiamento della popolazione le malattie croniche diventeranno sempre più la principale causa di morbilità, disabilità e mortalità.

Ma il problema non è solo degli anziani, poiché oggi anche i bambini e i giovani in generale ne vengono ad essere colpiti.

L’ipertensione primitiva (essenziale), ad esempio, rappresenta un problema crescente sia nel bambino che nell’adolescente (con una incidenza del 5% sulla popolazione giovanile). E i soggetti esposti a un rischio maggiore di ipertensione sono proprio quelli in eccesso ponderale (qui la percentuale sale al 20%), quelli nati di basso peso e quelli con un’anamnesi familiare positiva per ipertensione arteriosa. E non è tuttavia escluso che anche in bambini che non presentano questi fattori di rischio possano essere rilevati valori di pressione arteriosa elevati.

Per affrontare la sfida il ministero della Salute – Direzione generale della Programmazione sanitaria – ha messo a punto il Piano nazionale della cronicità che disciplina le modalità di assistenza dei pazienti affetti da malattie croniche, armonizzando a livello nazionale le attività e prevedendo:

  • l’ospedale come snodo di alta specializzazione;
  • l’integrazione tra l’assistenza primaria, centrata sul medico di medicina generale, e le cure specialistiche;
  • la continuità assistenziale per supportare il paziente in ogni fase;

Il potenziamento delle cure domiciliari e la riduzione dei ricoveri ospedalieri e soprattutto i piani di cura personalizzati sono i capisaldi della strategia che ha l’obiettivo “di migliorare la tutela per le persone affette da malattie croniche, riducendone il peso sull’individuo, sulla sua famiglia e sul contesto sociale”.

Fonti: OMCEO, Ordine Medici Chirurghi e Odontoiatri Roma;
Ospedale Pediatrico Bambino Gesù;
European Society of Hypertension

Comunicazione a cura di:
Centro Ricerche Biomediche SIMOH
Scuola Italiana di Medicina Omeopatica Hahnemanniana
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