Uno studio australiano svela i dettagli dell’azione antibatterica del metallo zinco.

ZincoLa sperimentazione omeopatica su uomo sano da oltre due secoli fornisce alla ricerca biomedica moderna specifiche ed originali informazioni sulle potenzialità terapeutiche di molti metalli.

Tra questi, lo Zinco, per molte sue caratteristiche, ricopre un ruolo di primaria importanza terapeutica in medicina omeopatica, dimostrando di avere molti correlazioni con processi fisiopatologici unitari che sono alla base di diverse condizioni patologiche, acute e croniche.

Oggi in questa stessa direzione di indagine si indirizzano un sempre maggior numero di ricerche sperimentali, offrendo ai medici – omeopatici e non – informazioni utilissime alla comprensione e al trattamento di molte situazioni personali di malattia.

In tal senso riportiamo qui di seguito quanto pubblicato a settembre 2013 sulla rivista Nature Chemical Biology, relativamente ad alcune delle tante potenzialità terapeutiche attribuibili al metallo Zinco.

In particolare un gruppo di ricercatori australiani attraverso le loro indagini ha posto in evidenza che lo Streptococcusstreptococcus_pneumoniae_2 pneumoniae – batterio che ogni anno fa più di un milione di vittime fra i soggetti più deboli che hanno a che fare con polmonite, meningite e altre gravi infezioni – ha ora un nuovo agguerrito nemico: lo zinco.

I ricercatori hanno infatti scoperto che questo metallo sottrae al temuto batterio un altro prezioso elemento, il manganese, indispensabile allo streptococco per infettare le cellule umane e scatenare le malattie associate alla sua presenza nell’organismo.

Le ricerche, condotte dalle Università di Adelaide e di Brisbane, e pubblicate su Nature Chemical Biology, combinando studi di chimica, biochimica, microbiologia e immunologia, hanno concluso che lo zinco si lega ad una proteina, PsaBca, che lo streptococco utilizza per fare il pieno di manganese.

Tuttavia, il legame con lo zinco induce dei cambi conformazionali che impediscono alla proteina di assolvere alla sua funzione, lasciando così il batterio in carenza di manganese, senza il quale, sottolinea il coordinatore degli studi, Christopher McDevitt, “questi batteri possono essere facilmente spazzati via dal sistema immunitario”.

“E’ noto da tempo che lo zinco gioca un ruolo importante nella capacità dell’organismo di proteggersi dalle infezioni batteriche – spiega il ricercatore – ma è la prima volta che qualcuno riesce a mostrare in che modo lo zinco blocchi un processo essenziale affamando il batterio.

Comunicazione a cura di:

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